l’infezione da SARS-COV-2 può indurre un’alterazione del profilo autoimmunologico

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Obiettivo: lo studio ha valutato il profilo autoimmune di pazienti COVID-19 positivi ospedalizzati. Metodologia: A 40 pazienti ospedalizzati con diagnosi confermata di COVID-19 sono stati eseguiti esami di chimica clinica e test di autoimmunità. Risultati: I 40 pazienti arruolati nel nostro ospedale presentavano elevati livelli dei comuni marcatori infiammatori quali Proteina C Reattiva (PCR), Lattato Deidrogenasi (LDH) e ferritina. Anche la concentrazione di Interleuchina-6 (IL-6) era aumentata, confermando il ruolo fondamentale di questa interleuchina durante l’infezione da severe acute respiratory syndrome (SARS-CoV-2). Sono stati eseguiti i più comuni tests di autoimmunità. E’ stata trovata una significativa prevalenza di anticorpi anti-nucleo (ANA), anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA) e anti-Saccaromices cerevisiae (ASCA IgA e IgG). I pazienti che mostravano una de novo risposta autoanticorpale, erano quelli con una peggiore prognosi della malattia. Conclusione: Il nostro studio dimostra che l’infezione da COVID-19 può scatenare una risposta autoimmune e potrebbe indurre l’insorgere di malattie autoimmuni. Questi dati spiegano perché farmaci usati per trattare le malattie autoimmuni potrebbero essere anche utili nel combattere l’infezione da SARS-CoV-2.