Diagnosi di sclerosi multipla: il contributo del test delle catene leggere libere nel liquido cefalorachidiano come valido marcatore
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Autori
Background: il presente studio è finalizzato alla valutazione dell’importanza dell’analisi delle catene leggere libere nel Liquido Cefalorachidiano (LCR) per la diagnosi di sclerosi multipla nei pazienti visitati presso l’Azienda Ospedaliera Nazionale di Alessandria SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo.
Materiali e Metodi: rilevamento dei livelli di κFLC e λFLC nel LCR e nel siero utilizzando i test Freelite sull’analizzatore turbidimetrico Optilite (The Binding Site) e l’Isoelettrofocalizzazione (IEF) sull’analizzatore Hydrasis 2 (Sebia). L’analisi statistica è stata condotta tramite l’utilizzo del software statistico GraphPad e del pacchetto statistico di Microsoft Excel. Per il calcolo del p-value sono stati utilizzati il test di Kruskal-Wallis e il test del χ2. La valutazione delle prestazioni degli indici FLC è stata effettuata tramite la costruzione di una curva Receiver Operating Characteristic (ROC).
Risultati: sono stati raccolti 132 campioni di LCR e siero e il 25% dei pazienti è stato diagnosticato con sclerosi multipla. Attraverso l'analisi ROC, il valore soglia ottimale è stato trovato essere 6,56 per l'indice K, 10,12 per l'indice λ e 0,65 per l'indice Immunoglobuline G (IgG). Gli indici FLC erano più alti nei pazienti con sclerosi multipla rispetto agli altri.
Conclusioni: lo studio mostra come l'indice K abbia un’affidabilità equivalente e un valore predittivo superiore, ma con costi e tempi inferiori rispetto alle Bande Oligoclonali (OCB). L'indice λ potrebbe avere il potenziale per diventare un ulteriore test utilizzato per la diagnosi differenziale di sclerosi multipla, ma sono necessari studi più approfonditi attraverso tecniche più sensibili per valutarne le reali prestazioni.
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